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Caravaggio
Caravaggio
Caravaggio Soprannome di Michelangelo Merisi (Caravaggio o Milano 1571 ca. - Porto Ercole 1610), pittore
italiano, maestro della pittura naturalista del XVII secolo. Caravaggio è artista famoso in
tutto il mondo per la straordinaria capacità di costruire la composizione attraverso la luce e l'ombra:
principalmente al chiaroscuro e ai contrasti di colore è affidato infatti il ruolo di indagare e modellare
ogni cosa – gesti, movimenti, atteggiamenti – sottolineando l'intima drammaticità del reale.
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FORMAZIONE E PERIODO ROMANO
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Nato probabilmente a Caravaggio (da cui il soprannome), Michelangelo Merisi iniziò l'apprendistato undicenne,
a Milano, presso la scuola di Simone Peterzano. Arrivato a Roma verso il 1592, lavorò
dapprima presso un pittore siciliano di "opere grossolane" e in seguito nella bottega del
Cavalier d'Arpino, dove era incaricato principalmente di dipingere fiori e frutti. Fu così introdotto
negli ambienti
più colti e nobili della città, nei quali si coltivava la passione per le arti, la musica e la letteratura.
Risalgono a questi anni opere già molto significative, come il Bacchino malato (1591, Galleria
Borghese, Roma), Concerto di giovani (1591-92, Metropolitan Museum of Art, New York), eseguito
per il cardinale Francesco Maria del Monte, Ragazzo morso da un ramarro (1593,
Collezione Longhi, Firenze), le due versioni della Buona ventura (1594, Musei Capitolini, Roma;
Louvre, Parigi), Bacco (1595 ca., Uffizi, Firenze), Canestro di frutta (1596, Pinacoteca
Ambrosiana, Milano), Amore vittorioso (1598-99, Staatliche Museen, Berlino), Giuditta e Oloferne
(1595-96, Galleria nazionale d'arte antica, Roma). Nei quadri del periodo giovanile l'arte di
Caravaggio si esprime in composizioni fortemente simboliche e allusive, che attraverso la malinconica
sensualità dei soggetti evocano uno struggente senso dell'effimero o un drammatico sentimento
religioso. I fiori e le nature morte, i particolari dei vasi di vetro, dei capelli e delle unghie sono
resi con una precisione minuziosa e con un'attenzione tecnica pari a quella riservata alle figure, molto
espressive. Caravaggio non usava mai disegni preparatori, ma dipingeva dal vero prendendo come modelli
persone spesso scelte tra il popolo: la natura era la sua privilegiata fonte di esperienza. Di
qui l'eccezionale resa delle luci, delle ombre e dei riflessi, che descrivono ogni particolare della
fisionomia, ogni espressione, ogni singolo gesto delle figure rappresentate. Intorno al 1596, quando
andò
a vivere presso il cardinale Del Monte, suo profondo ammiratore e collezionista, Caravaggio diede vita
a quadri più complessi, nei quali ancora più esplicitamente viene indagata la psicologia dei
personaggi (Cena in Emmaus, National Gallery, Londra; Medusa, Uffizi, Firenze).
Tra il 1597 e il 1598 vennero commissionati a Caravaggio i dipinti per la cappella Contarelli nella
chiesa di San Luigi dei Francesi, a Roma. Le tre scene della Vita di San Matteo qui realizzate
indicano un grande rinnovamento della pittura religiosa: rappresentando gli episodi sacri come scene
di vita quotidiana e ritraendo i personaggi come gente umile e semplice (nella Vocazione di san
Matteo, dipinta tra il 1598 e il 1601, Matteo sembra più un contadino che un santo), Caravaggio
abbandonò l'iconografia tradizionale, idealizzante, per sostituirvi una visione realistica e fortemente
drammatica. L'attenzione ai particolari, tipica della pittura di genere, venne superata per concentrarsi
sul messaggio evangelico, senza elementi retorici o meramente ornamentali. Ormai famoso, l'artista
ricevette una seconda importante commissione verso il 1601 per Santa Maria del Popolo: la Crocifissione
di san Pietro e la Caduta di Saulo (o Conversione di san Paolo). Risalgono inoltre
a
questo periodo i dipinti Deposizione (1602-1604, Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano), Madonna
del serpe (1605, Galleria Borghese, Roma), Morte della Vergine (1605 ca., Louvre, Parigi),
e la seconda versione della Cena in Emmaus (1606, Brera, Milano). Se sul versante professionale
e artistico la fortuna sembrava ormai arridere al Caravaggio, la vita privata dell'artista era invece
decisamente turbolenta, segnata da una sequela di risse, arresti e rilasci su garanzie di personaggi
altolocati. Infine, a seguito dell'omicidio di un avversario al gioco della pallacorda, Caravaggio fu
condannato a morte.
Rifugiatosi a Napoli, Caravaggio dipinse nel 1607 le Sette opere di misericordia (chiesa del
Pio Monte della Misericordia, Napoli) e la Flagellazione di Cristo (chiesa di San Domenico Maggiore,
Napoli). Verso il 1608 fu a Malta. Anche qui ebbe successo e fu investito del titolo di cavaliere dal
Gran Maestro Alof de Wignacourt. Nell'isola dipinse la Decollazione del Battista (Duomo, La
Valletta), il quadro più grande e l'unico firmato. Tornato in Italia, fu rinchiuso nel castello di Sant'Angelo
a Roma: ma in attesa del processo fuggì a Siracusa, dove eseguì il Seppellimento di santa
Lucia (1608-1609, chiesa di Santa Lucia, Siracusa); l'opera è considerata innovativa soprattutto
per la rappresentazione dello spazio: due uomini possenti in primo piano si accingono a coprire di
terra il fragile corpo della santa, mentre sullo sfondo nudo e freddo le figure degli astanti appaiono
come schiacciate. Da Siracusa Caravaggio si recò a Messina (dove dipinse La resurrezione di
Lazzaro, 1609, Museo nazionale, Messina), a Palermo e poi di nuovo a Napoli, dove fu aggredito e
gravemente ferito da alcuni sicari. Mentre a Roma il cardinale Gonzaga tentava di ottenere per lui
la grazia, Caravaggio fu incarcerato a Porto Ercole. Tornato finalmente in libertà, il pittore morì
poco dopo per una "febbre maligna".
L'impatto dell'arte di Caravaggio sugli artisti del suo tempo fu notevole. Tra i suoi seguaci ricordiamo
Orazio Gentileschi, Adam Elsheimer, Carlo Saraceni e il giovane Rubens. Dopo le critiche dei
classicisti e il lungo silenzio che ne seguì, l'opera di Caravaggio tornò a essere oggetto degli studi
della critica e dell'attenzione del pubblico grazie a un'esposizione organizzata da Roberto Longhi nel
1951.
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1571-1610
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Banchieri
Banchieri, Adriano
Banchieri, Adriano (Bologna 1568-1634), compositore, organista e teorico musicale italiano. Giovanissimo,
divenne monaco benedettino dell'ordine degli olivetani, e negli anni a cavallo tra i due secoli
fu organista presso varie comunità religiose nell'Italia centrosettentrionale. Nel 1606 tornò a Bologna,
dove risiedette fino alla morte e dove fondò, nel 1615, l'Accademia dei Floridi. La sua
produzione musicale copre un amplissimo ventaglio di generi, sacri e profani, vocali e strumentali;
fondamentale fu il suo contributo allo sviluppo del madrigale drammatico, per il quale si rifece con
grande fantasia non solo ai musicisti suoi contemporanei, come Orazio Vecchi, ma anche alla Commedia
dell'Arte. Con lo pseudonimo di Camillo Scaligeri della Fratta fu autore anche dei testi di
vivaci "commedie madrigalesche" (tra cui La pazzia senile, 1598, Il zabaione musicale,1604, La
saviezza giovanile,1607, Il festino nella sera di giovedì grasso, 1608), ricche di toni comici
e
miscele dialettali, con la comparsa, a volte, di versi e voci di animali.
Importanti le innovazioni tecniche da lui apportate, tra cui l'uso sistematico delle stanghette di battuta
e degli accidenti in chiave, l'utilizzo delle indicazioni dinamiche di piano e di forte, e la numerazione
per il basso continuo. Di grande interesse sono inoltre i trattati teorici sul canto gregoriano e sulla
pratica organistica (L'organo suonarino, 1605). Scrisse anche delle novelle, la più nota delle
quali è
Il Cacasenno (1620), continuazione del Bertoldo e del Bertoldino di Giulio Cesare
Croce.
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Milano o Caravaggio
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